Nome
Vara
Cognome
Céline
Data di nascita
04.10.1984
Partito
I Verdi
Cantone
Neuchâtel
Comune
Cressier (NE)
Cariche
Gran Consiglio, consigliera agli stati / consigliere agli stati
100% Ecologico
I sondaggi in dettaglio ordinati per argomento.
Poiché la nuova legge sul CO2 non poteva entrare in vigore come previsto nel 2021 a causa di un ritardo, la maggioranza della Commissione dell’ambiente chiedeva di adeguare di nuovo l’obiettivo e singole misure per il 2021 alla proposta del Consiglio federale (riduzione annua del 3% incl. misure estere, aumento della tassa massima sul CO2 di Fr. 10/t a Fr. 220/t). Si è imposta la minoranza della commissione con Martin Schmid (PLR/GR), che non voleva rafforzare l’obiettivo climatico per il 2021.
Con la ratifica dell’Accordo di Parigi la Svizzera si è impegnata a dimezzare le sue emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai valori del 1990. L’obiettivo di riduzione nazionale stabilisce la quota di riduzione delle emissioni di CO2 da realizzare in Svizzera. Il Consiglio federale e la maggioranza della commissione desiderano che il 60% dell’obiettivo complessivo venga raggiunto in Svizzera, il che equivale a un obiettivo di riduzione nazionale del -30%. Questo obiettivo è meno ambizioso dell’attuale obiettivo nazionale. Di fatto la riduzione in Svizzera passa dall'attuale -2% annuale al -1% in futuro. La maggioranza propone di aumentare tale obiettivo almeno al -37,5%. Il Consiglio degli Stati ha accolto la proposta con 23 voti a favore contro 18.
L’esame di impatto ambientale permette di chiarire se i grandi progetti edilizi rispettano le norme ambientali. Benché la protezione del clima sia il maggior problema ambientale, attualmente non è parte integrante obbligatoria di tale esame. Tale lacuna verrebbe colmata con l’obbligo di riduzione nell’articolo 7a della legge sul CO2. Il Consiglio nazionale e la maggioranza della commissione vogliono però escludere da questo onere tutti gli impianti soggetti al sistema di scambio di quote di emissioni. I maggiori produttori svizzeri di CO2 ne sarebbero così esentati. La proposta di minoranza di Roberto Zanetti (PS/SO) sostiene che gli oneri relativi allo scambio di quote di emissioni per l’esercizio non sono un motivo per non dover realizzare progetti edilizi (ad es. cementifici) secondo il più recente stato della tecnica. Con 26 voti a favore e 16 contrari il Consiglio degli Stati ha approvato un’eccezione per i grandi inquinatori, tornando indietro rispetto alla sua stessa decisione del 2019.
Nell’art. 9 cpv. 2ter il Consiglio nazionale ha fatto un’aggiunta che comporta un inutile indebolimento della protezione dell’ambiente. L’originaria formulazione del Consiglio degli Stati permette che, nella sostituzione del riscaldamento, il valore limite di CO2 possa essere corretto al rialzo, includendo il biogas e conteggiandolo al 50% per raggiungere il valore limite. In tal modo si garantisce che un nuovo riscaldamento a gas venga installato solo in edifici con un isolamento termico sufficiente. L’aggiunta del Consiglio nazionale vuole ora permettere un ulteriore aumento della quota di biogas computabile, a condizione che vengano attuate misure di efficienza energetica non ben definite. Così in futuro potrebbero essere installati anche in edifici con un isolamento termico insufficiente nuovi riscaldamenti alimentati in parte con gas naturale fossile, in parte con biogas. La minoranza della commissione chiedeva di attenersi alla versione del Consiglio degli Stati, ma viene sconfitta.
La legge sul CO2 è lo strumento più importante in Svizzera per l’attuazione della protezione del clima. La legge attuale copre il secondo periodo del protocollo di Kyoto, dal 2013 al 2020. Per il periodo dopo il 2020 sono valide le condizioni dell’Accordo di Parigi sul clima, che la Svizzera ha ratificato nel 2017. La Svizzera si è impegnata a livello internazionale a ridurre le sue emissioni di gas serra entro il 2030 almeno del 50% rispetto al 1990. La nuova legge deve garantire l’attuazione di tale impegno a livello nazionale.Il Consiglio degli Stati ha approvato a grande maggioranza la nuova legge sul CO2.
Nel quadro del controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai la maggioranza della commissione chiede di fissare nell’articolo relativo alle finalità (art. 3 cpv. 1 LOCli) l’obiettivo di emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. Una minoranza della commissione con Knecht (UDC/AG) chiede invece di tenere conto anche dello sviluppo economico e dell’evoluzione demografica. La maggioranza si impone con 35 voti contro 5 e un’astensione.
Una misura centrale del controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai è la promozione di tecnologie e processi innovativi. Entro il 2030 le imprese del settore riceveranno un sostegno finanziario. La proposta di minoranza Stark (UDC/TG) chiede di eliminare interamente questa misura. La minoranza perde con 24 voti contrari e 21 a favore.
Una misura centrale nel controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai sono gli incentivi finanziari per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili, dei riscaldamenti elettrici a resistenza e degli impianti elettrici per la produzione di acqua calda. È previsto un programma speciale decennale. A questo scopo la maggioranza vuole stanziare 100 milioni di franchi l’anno, la minoranza 200 milioni di franchi. La minoranza prevale con 23 voti contro 21.
La maggioranza della commissione vuole fornire incentivi finanziari per impianti di cogenerazione fossili che dovrebbero funzionare esclusivamente nel semestre invernale. La minoranza non vuole promuovere centrali a combustibili fossili e si afferma di misura con 21 voti a favore, 20 contrari e 3 astensioni.
Con il credito quadro «Ambiente globale 2023-2026» il Consiglio federale chiede 197,75 milioni di franchi per il finanziamento di progetti ecologici in Paesi in via di sviluppo e Paesi emergenti. La maggioranza della commissione propone tuttavia un importo inferiore (147,83 milioni di franchi). La maggioranza della Camera approva la richiesta del Consiglio federale e della minoranza con 29 voti a favore e 16 contrari.
L’iniziativa esige che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta quantità di gas serra superiori a quelle che possono essere durevolmente trattenute da pozzi di assorbimento sicuri. Inoltre, a partire da questa data, in Svizzera non potranno in linea di principio più essere messi in commercio carburanti e combustibili fossili. La maggioranza della Camera respinge l’iniziativa con 109 voti a 87.
Il sistema di rimunerazione per l’immissione di elettricità per lo sviluppo di energie rinnovabili è in scadenza e deve essere sostituito in questa revisione da contributi d’investimento per tutte le tecnologie. In tal modo si garantisce che anche in futuro siano disponibili fondi per promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili e portare avanti la transizione energetica. L’oggetto è approvato all'unanimità.
In base al metodo della scarsità ecologica l’energia atomica è il metodo di produzione di energia elettrica di gran lunga più nocivo per l’ambiente in Svizzera. Nel 2017 il popolo svizzero ha approvato la Strategia energetica 2050, che include anche l’abbandono dall’utilizzo commerciale dell’energia nucleare. Abolire il divieto di costruzione di nuove centrali nucleari costituirebbe un attacco a una delle colonne portanti della Strategia energetica e non contribuisce a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico in Svizzera.
La Commissione dell’ambiente chiede misure urgenti per accelerare lo sviluppo del fotovoltaico. Auspica l’introduzione di un obbligo di sfruttamento dell’energia solare per le nuove costruzioni. Una minoranza si oppone a tale obbligo, ma perde con 19 voti a favore e 25 contrari.
In futuro l’energia elettrica da fonti rinnovabili immessa in rete deve essere rimunerata dalle aziende elettriche locali al prezzo di mercato medio sull’arco di un trimestre, tenendo presente che il Consiglio federale stabilisce una rimunerazione minima e una massima, che garantisce l’ammortamento degli impianti durante il loro ciclo di vita. Così si crea un incentivo a sfruttare l’intera superficie del tetto. La proposta viene accolta a larga maggioranza con 35 voti a favore, 6 voti contrari e un’astensione.
La maggioranza della commissione vuole introdurre a livello nazionale diversi requisiti di efficienza degli edifici già in vigore in alcuni Cantoni (tra l’altro il risanamento degli impianti di riscaldamento elettrici e l’uso obbligatorio delle energie rinnovabili nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni di edifici). Una minoranza non vuole prescrivere nulla ai Cantoni, benché diversi Cantoni a distanza di otto anni implementino ancora i loro stessi modelli di prescrizioni in modo molto lacunoso. Nella votazione prevale la proposta di minoranza con 23 voti a favore, 19 contrari e 2 astensioni.
Si contrappongono due strategie. La maggioranza vuole orientarsi sulle importazioni di emissioni di CO2 al netto, che oggi non sono note, e in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi dare assoluta priorità ai progetti energetici rispetto a tutti gli altri interessi nazionali. La ponderazione degli interessi non viene effettuata. La minoranza prevede obiettivi di sviluppo per l’energia elettrica in inverno e assegna una priorità fondamentale solo nella ponderazione degli interessi per le 15 centrali ad accumulazione scelte in occasione della tavola rotonda sull’energia idroelettrica. La minoranza prevale con 24 voti a favore contro 21.
La maggioranza della commissione vuole confermare lo status quo vale a dire l’obbligo di sfruttamento dell’energia solare unicamente per edifici nuovi con superficie superiore a 300 m2. Una minoranza vuole spingersi oltre, introducendo l’obbligo di sfruttamento dell’energia solare per tutte le nuove costruzioni e il risanamento di tetti. Il Consiglio degli Stati si accontenta dello status quo con 29 voti contro 12.
Nella votazione si contrappongono da un lato un obbligo di sfruttamento dell’energia solare per parcheggi già esistenti con superficie superiore a 500 m2 e per nuovi parcheggi a partire da 250 m2 e dall'altro la proposta di rinunciare del tutto a tale provvedimento. La maggioranza del Consiglio degli Stati non vuole sfruttare i parcheggi per l’installazione di impianti solari ed elimina il provvedimento con 23 voti contrari e 19 a favore.
Lo strumento proposto dalla maggioranza della commissione e dal Consiglio nazionale si incentra sul miglioramento dell’efficienza elettrica nel semestre invernale e obbliga i fornitori di energia elettrica ad aumentare l’efficienza energetica (del 2% al massimo rispetto all’anno precedente). Questo si traduce in prestazioni per le consumatrici/i consumatori finali. I fornitori di energia elettrica possono scambiarsi tra loro gli aumenti di efficienza energetica. Una minoranza della commissione vuole stralciare lo strumento per intero. Il Consiglio degli Stati stralcia l’unica misura per l’efficienza con 22 voti a favore, 15 contrari e 3 astensioni.
Per un controprogetto indiretto all’Iniziativa "Per imprese responsabili" sono stati elaborati due diversi approcci. Il Consiglio nazionale e la minoranza della commissione puntano sull’obbligo della dovuta diligenza in base agli standard internazionali dell’ONU e dell’OCSE. La maggioranza della commissione ha finora sostenuto un concetto alternativo, che punta principalmente sull’obbligo di rendiconto ed esige l’obbligo della dovuta diligenza unicamente a due rischi specifici, il lavoro minorile e i minerali provenienti da zone di conflitto. La maggioranza si impone. Se fosse stata accolta la versione della minoranza della commissione l’iniziativa sarebbe stata ritirata.
L’iniziativa "Per imprese responsabili" mira a obbligare tutte le imprese con sede in Svizzera a evitare attivamente nelle loro attività all’estero i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente, tra l’altro mediante un processo di dovuta diligenza. In mancanza un controprogetto soddisfacente l’iniziativa non è stata ritirata.
La promozione delle tecnologie ambientali permette alla Confederazione di sostenere tecnologie rispettose dell’ambiente prossime alla commercializzazione. In passato sono stati sostenuti finanziariamente soprattutto metodi per i rifiuti e per il riciclaggio, per la qualità dell’acqua e per la riduzione degli inquinanti atmosferici del traffico. La maggioranza della Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati aveva proposto, per la prima volta da vent’anni a questa parte, di aumentare i fondi per tali progetti, benché soltanto del 25% e non del 75% come deciso dal Consiglio nazionale. La proposta di Erich Ettlin (PP/OW) di non aumentare i fondi è stata accolta con 23 voti a favore contro 19 e in seguito ha convinto anche il Consiglio nazionale.
Il Consiglio federale voleva che le nuove tecniche di ingegneria genetica continuassero a essere soggette alla moratoria. Infatti, secondo il principio di precauzione, i prodotti dell’editing genomico devono essere sottoposti a un‘affidabile valutazione del rischio. Ciò è garantito soltanto dall’assoggettamento alla legge sull’ingegneria genetica. Inoltre ai sensi del vigente diritto anche le nuove tecniche rientrano nella definizione di «ingegneria genetica». L’Alleanza Ambiente sosteneva questo punto di vista.
Dal 1985 i danni ecologici ad habitat meritevoli di protezione da nuove centrali idroelettriche e altri interventi devono a volte essere compensati da misure di sostituzione. Le centrali idroelettriche costruite prima del 1985 non hanno mai dovuto adottare tali misure. Solo in caso di nuovo rilascio della concessione erano esigibili misure di sostituzione, la cui entità viene calcolata, secondo la legge sulla protezione dell’ambiente, in base allo stato iniziale. Finora come stato iniziale era considerato lo stato senza compromissione, vale a dire senza impianto. L’iniziativa parlamentare esigeva che lo stato di riferimento diventasse ora lo stato attuale con l’impianto. In tal modo le misure di sostituzione ecologiche per gli impianti esistenti sono in gran parte eliminate, con una grande perdita per la natura e in ambienti acquatici.
Nel quadro della votazione sull’art. 6a LAgr la proposta individuale Würth chiede che le eccedenze di azoto siano adeguatamente ridotte entro il 2030. Il Consiglio federale stabilisce obiettivi, calcolo e rendicontazione. La proposta individuale costituisce già un compromesso, dato che la maggioranza della commissione voleva fissare gli obiettivi nella legge, creando un obbligo per il settore e per il Consiglio federale. La proposta individuale Rieder non chiede nulla. La proposta individuale Würth prevale sulla proposta Rieder grazie al voto decisivo del presidente.
I rischi associati all’uso di prodotti fitosanitari devono essere ridotti del 50% entro il 2027. È prevedibile che questo obiettivo non verrà raggiunto perciò il Consiglio federale adotta le misure necessarie al più tardi due anni prima della scadenza. Oltre a un ritiro dell’autorizzazione per sostanze attive particolarmente rischiose, la maggioranza prevede anche la possibilità di una tassa d'incentivazione. Una minoranza della commissione respinge la tassa d'incentivazione. La minoranza prevale.
La maggioranza della commissione auspica che nei settori di alimentazione delle captazioni di acqua siano utilizzati soltanto prodotti fitosanitari il cui uso non comporti una concentrazione di principi attivi e prodotti di degradazione superiore a un determinato valore limite nelle acque sotterranee. La proposta individuale vuole limitare ciò solo ai prodotti di degradazione rilevanti. Si tratta di una differenza importante, poiché nuove conoscenze hanno dimostrato che presunti prodotti di degradazione "non rilevanti" possono essere più problematici di quanto si ritenesse in origine (v. clorotalonil). Soprattutto nel caso dell’acqua potabile si deve fare particolare attenzione. La maggioranza si impone di misura.
Grazie a questa revisione si vogliono ridurre i rischi dell’uso di prodotti fitosanitari nonché le notevoli eccedenze di azoto nell’agricoltura. Per farlo ci si serve di percorsi di riduzione. Nel quadro dell’art. 70a la maggioranza della commissione auspica il sostegno dei percorsi di riduzione con misure inerenti alla prova che le esigenze ecologiche sono rispettate. La proposta individuale Rieder respinge ciò, e prevale di stretta misura.
Grazie a questa revisione si vogliono ridurre i rischi dell’uso di prodotti fitosanitari nonché le notevoli eccedenze di azoto nell’agricoltura. La maggioranza della commissione chiede nell’art. 164 LAgr un obbligo di trasparenza per il commercio di concimi e alimenti per animali. La minoranza vuole limitare l’obbligo alle forniture di concimi e alimenti per animali. Ciò è incomprensibile: come si potrebbero raggiungere gli obiettivi di riduzione se non è possibile misurarli?
La Politica agricola a partire dal 2022 (PA22+) chiesta dal Consiglio federale formula proposte di soluzione per problemi ambientali indiscussi nell’agricoltura, che gravano sulle nostre basi vitali: suolo, biodiversità e acque. Viene sostenuta dai Cantoni e da diverse organizzazioni contadine, e non serve unicamente a proteggere l’ambiente, ma anche a garantire a medio termine la sicurezza dell’approvvigionamento. La commissione ha chiesto di sospendere il progetto, vale a dire di ritardarlo finché possa essere definitivamente affondato. Una minoranza della commissione si è schierata contro la sospensione. La sospensione è stata approvata con 28 voti a favore, 16 contrari e un’astensione.
Per ridurre le perdite di sostanze nutritive il Consiglio federale propone nel messaggio sulla PA22+ di abolire il limite di tolleranza per il bilancio. Questa è una tra le possibili misure per ottenere una riduzione delle perdite di sostanze nutritive. Questa mozione di commissione mira al contrario a fissare il limite di tolleranza. È quindi in contrasto con il percorso di abbattimento per la perdita di sostanze nutritive approvato da entrambe le Camere nel quadro dell’iniziativa parlamentare 19.475. L’abolizione di questo margine di tolleranza interesserebbe unicamente le aziende il cui bilancio supera il limite.
Dopo che negli scorsi anni erano già state attuate diverse eccezioni alla riduzione degli spazi minimi riservati alle acque, questa mozione voleva introdurre un’ulteriore eccezione per proteggere le colture intensive di mangimi. Essa avrebbe causato un passo indietro nella protezione delle acque.
L’iniziativa chiede di inserire nella Costituzione la protezione della dignità degli animali nell’ambito della detenzione a scopo agricolo. Ciò dovrebbe comprendere anche che questi animali non siano oggetto di «allevamento intensivo». Il periodo transitorio è di 25 anni. Il Consiglio degli Stati respinge l’iniziativa con 32 voti contrari, 8 a favore e 4 astensioni.
La mozione Graf (Verdi/BL) chiede che i prodotti fitosanitari (PFS) tossici non siano più autorizzati per l’uso non professionale. Il Consiglio degli Stati approva la mozione con 20 voti a favore, 15 contrari e 2 astensioni.
La nuova legge permette la costruzione di ulteriori edifici in comprensori non edificabili, se sono previste misure di valorizzazione e di compensazione che di cui beneficiano tra l’altro la biodiversità, lo sviluppo degli insediamenti e la protezione del terreno coltivo. Daniel Fässler (Alleanza del Centro/AI) ha proposto di permettere a ogni Cantone linee direttive proprie per la riconversione abitativa di ex edifici agricoli. Con questa decisione (23 voti a favore, 19 contrari) la riconversione abitativa di maggenghi difficilmente accessibili in case vacanza, o di grandi porcili in loft, diventa più facile di tutte le altre possibilità di deroga per costruire nei comprensori non edificabili, come ad esempio abitazioni primarie.
Il controprogetto all’Iniziativa paesaggio mira a stabilizzare al livello attuale il numero degli edifici e la superficie impermeabilizzata. Daniel Fässler (Alleanza del Centro/AI) chiedeva di rinunciare al relativo adeguamento della pianificazione del territorio nei piani direttori dei Cantoni, come anche alle prescrizioni sulle conseguenze nel caso in cui un Cantone non raggiunga tali obiettivi. Il Consiglio degli Stati si è schierato a favore di chiare regole per l’attuazione degli obiettivi con 28 voti contro 15.
La nuova legge permette ulteriori costruzioni nei comprensori non edificabili. La maggioranza della commissione chiedeva di limitare ciò ai casi in cui sia la biodiversità sia lo sviluppo degli insediamenti, la protezione del terreno coltivo, la cultura della costruzione e la protezione del paesaggio beneficino in generale delle misure di compensazione e di valorizzazione. Daniel Fässler (Alleanza del Centro/AG) ha proposto che il miglioramento debba riguardare solo uno dei citati criteri. Costruire ulteriori edifici nei comprensori non edificabili a costo del paesaggio o della biodiversità è quindi possibile senza misure aggiuntive. Il Consiglio degli Stati ha accolto questa proposta con 24 voti contro 18.
L’Iniziativa paesaggio mira a limitare il numero di edifici e la superficie da essi occupata nei comprensori non edificabili, anziché permetterne un leggero aumento come prevede il controprogetto indiretto. Nella riconversione a scopo abitativo e commerciale di edifici prima utilizzati a scopo di sfruttamento agricolo, il terreno edificabile deve essere separato più chiaramente da quello non edificabile e gli edifici esistenti non possono più essere ampliati in modo rilevante se non utilizzati a scopi agricoli, a meno che non forniscano un valore aggiunto per la natura e per il paesaggio.
L’iniziativa parlamentare chiede di equiparare a livello legale il lupo allo stambecco per permettere una regolazione puramente preventiva con abbattimenti "in base a una quota", indipendente dall’effettivo potenziale di danno. I lupi devono inoltre poter essere decimati per garantire popolazioni di ungulati sufficienti per la caccia.
Una maggioranza della commissione del Consiglio degli Stati chiedeva che l’esecuzione di tutte le norme ambientali fosse in generale subordinata allo sviluppo delle energie rinnovabili per non complicare costruzione, mantenimento e ampliamento di impianti di produzione di energia elettrica. In tal modo sarebbero stati messi da parte tutti gli aspetti delle leggi federali vigenti nel settore protezione delle acque, pesca, protezione della natura e delle specie. Un grave attacco alla biodiversità. Il Consiglio degli Stati ha appoggiato la minoranza della commissione, tornando a eliminare il capoverso in questione.
Le disposizioni concernenti i deflussi residuali secondo la LPAc sono il minimo indispensabile necessario per mantenere le funzioni naturali di un corpo idrico. La maggioranza chiede che almeno fino alla fine del 2035 per le centrali idroelettriche esistenti che superano i 3 MW di potenza installata si sospendano e non vengano applicate le norme della legge sulla protezione delle acque in caso di approvazione della concessione o del progetto per continuare l’esercizio, così come in caso di ampliamenti o ristrutturazioni. Tuttavia il Consiglio degli Stati non lo ritiene necessario e respinge la proposta con 25 voti a 19.
I biotopi di importanza nazionale sono il cuore della natura in Svizzera. Queste zone protette occupano soltanto circa il 2% del territorio nazionale. In essi è vietata la costruzione di impianti di produzione di energia. La maggioranza della commissione vuole eliminare completamente tale divieto. Una minoranza trova questa proposta sproporzionata e propone che l’esenzione non si applichi alle zone golenali di importanza nazionale come i margini proglaciali. La proposta radicale della maggioranza prevale con 24 voti a favore e 20 contrari.
La revisione della legge sulla protezione delle acque, accolta a grande maggioranza dal popolo svizzero nel 2011, chiede che le centrali idroelettriche elimino entro il 2030 le alterazioni gravi del materiale solido di fondo, della migrazione dei pesci e del bilancio idrico causate dai deflussi discontinui. I fondi previsti dal supplemento di rete non sono però sufficienti. Perciò una minoranza della commissione chiede che il supplemento di rete per il finanziamento possa essere aumentato di 0,6 centesimi/kWh per il risanamento. Tale proposta viene respinta con 29 voti contrari, 11 a favore e 3 astensioni.
I biotopi di importanza nazionale sono il nucleo della biodiversità in Svizzera. Occupano soltanto il 2% del territorio nazionale. In essi è vietata la costruzione di impianti di produzione di energia rinnovabile. La maggioranza della commissione vuole ora che deflussi residuali di centrali idroelettriche siano permessi nei biotopi. Così soprattutto alle zone golenali resterebbe solo una frazione dell’acqua necessaria alla sopravvivenza. Il Consiglio degli Stati appoggia questo indebolimento della protezione dei biotopi con 25 voti a 17.
La maggioranza della commissione propone che nel caso di progetti energetici in zone protette IFP sia possibile rinunciare all’esecuzione di misure di protezione, di ripristino, e di misure sostitutive e compensative. D’accordo con i Cantoni una minoranza afferma che soprattutto in queste preziose zone una rinuncia a queste misure è incomprensibile e contraddice il principio di causalità. Ciò nonostante il Consiglio degli Stati ha appoggiato la maggioranza della commissione con 25 voti a 16.
Un’iniziativa popolare chiede di proteggere meglio specie animali e vegetali in pericolo in Svizzera e i loro spazi vitali, poiché molte specie sono seriamente minacciate e i loro spazi vitali si riducono fortemente. Esse svolgono servizi indispensabili, ad es. l’impollinazione, che devono essere salvaguardati, anche nella lotta contro il cambiamento climatico. Il Consiglio federale, per il quale l’iniziativa si spinge troppo in là, ha presentato al Parlamento un controprogetto indiretto. Il Consiglio degli Stati respinge iniziativa e controprogetto, e non ha voluto entrare in materia sul controprogetto indiretto. Nonostante la comprovata necessità di intervento non lo trova necessario.
La prova che le esigenze ecologiche sono rispettate nell’agricoltura richiede una «quota adeguata di superfici per la promozione della biodiversità (SPB)». La quota di SPB deve ammontare almeno al 7% della superficie agricola utile. La distribuzione delle SPB è tuttavia molto disomogenea. La quota di elementi SPB in campicoltura, con 3655 ettari (0,9% della superficie coltiva), è molto bassa. Si deve contrastare la perdita di biodiversità nelle regioni campicole. Si tratta di superfici preziose per la biodiversità, di cui si usufruisce anche per la produzione di derrate alimentari e alimenti per animali. Su queste superfici vengono promossi organismi utili e impollinatori importantissimi per combattere parassiti nelle colture agricole e per garantire a lungo termine l’impollinazione. I danni alle colture si riducono notevolmente. Grazie agli organismi utili si può ridurre l’uso di pesticidi, proteggendo l’ambiente e riducendo anche i costi nelle aziende agricole. La mozione chiede di stralciare la quota obbligatoria del 3,5% per cento di superfici per la promozione della biodiversità sulla superficie coltiva (quota minima) dalla prova che le prestazioni ecologiche sono rispettate (PER) nell’ordinanza sui pagamenti diretti.
La misura più importante per la rete di piste ciclabili è l’obbligo per i Cantoni di realizzare nell’arco di vent’anni una rete di ciclovie. Joseph Dittli (PLR/UR) proponeva che i Cantoni dovessero costruire una rete di piste ciclabili sicura, diretta e omogenea su tutto il territorio cantonale solo se ciò è possibile. Il Consiglio degli Stati ha respinto con 24 voti a 18 l’idea di permettere ai Cantoni, a parte singoli casi, di realizzare piste ciclabili carenti.
All’inizio della pandemia il Consiglio federale ha deciso che i trasporti pubblici potessero ridurre solo leggermente l’offerta. Per rete celere regionale, autopostali e autobus urbani la Confederazione ha compensato alle imprese di trasporti i costi aggiuntivi derivati dalla diminuzione della clientela. Il calo della domanda ha tuttavia interessato soprattutto i treni rapidi. Con 27 voti a favore e 12 contrari il Consiglio degli Stati ha concordato con la sua Commissione delle finanze che le FFS possano contabilizzare come straordinari i debiti causati dalla pandemia (1,5 miliardi di franchi solo nel 2020). Altrimenti la pandemia comporterebbe programmi di austerità con tra l’altro il ridimensionamento dell’offerta di treni rapidi.