Nome
Allemann
Cognome
Evi
Data di nascita
16.07.1978
Sito web
Partito
Partito Socialista
Cantone
Berna
Cariche
Consiglio di Stato
100% Ecologico
I sondaggi in dettaglio ordinati per argomento.
Nel quadro dell‘Accordo di Parigi sul clima, la Svizzera ha prospettato un obiettivo di riduzione del 50% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli all’anno di riferimento 1990. Con la ratifica dell’Accordo questo obiettivo dovrebbe essere definitivamente comunicato. La proposta di minoranza chiede che l’obiettivo venga notevolmente indebolito, a meno 40%. La proposta è stata respinta con 104 voti contro 87, e 2 astensioni.
La mozione incarica il Consiglio federale di sopprimere il supplemento di sicurezza previsto dall’ordinanza sul Fondo di disattivazione e sul Fondo di smaltimento. Tale supplemento riduce il rischio che gli esercenti non siano in grado di rendere disponibili i costi per la disattivazione delle centrali nucleari e lo smaltimento delle scorie radioattive tempestivamente e in misura adeguata. Sopprimere il supplemento di sicurezza causerebbe un rallentamento dell’alimentazione dei fondi. La mozione viene respinta con 102 voti contro 84.
La mozione chiede tra l'altro l’abolizione prematura del Programma Edifici. Nel suo complesso i parco di edifici svizzero è responsabile del 26% delle emissioni di CO2 in Svizzera e nasconde quindi un notevole potenziale di riduzione. Con il «sì» alla Strategia energetica del 21 maggio 2017 la popolazione ha invece approvato un aumento dei fondi e il prolungamento del Programma Edifici, in modo che il potenziale di riduzione possa essere meglio sfruttato. La mozione viene respinta con 90 voti contro 85.
L’iniziativa parlamentare propone di introdurre una tassa d'incentivazione sul CO2 entro il 2020 e al tempo stesso di eliminare il supplemento rete e il Programma Edifici. Il potenziamento delle energie rinnovabili e il risanamento energetico del parco edifici svizzero ne sarebbero pregiudicati in modo sostanziale.
L’art. 39 della nuova legge sull'energia si propone limitare la rimunerazione per l’immissione di elettricità orientata ai costi RIC con una cosiddetta clausola di caducità (''sunset clause'') in base alla quale i nuovi progetti potranno ricevere una garanzia di finanziamento solo nei primi cinque anni successivi all’entrata in vigore della legge. Anche ulteriori provvedimenti, come per es. rimunerazione unica e contributi d’investimento, vengono limitati nel tempo e verranno versati solo fino al 2031. Una minoranza propone che i provvedimenti restino in vigore fino al momento in cui vengano raggiunti gli obiettivi di sviluppo. Il Consiglio nazionale si è schierato con la maggioranza con 133 voti contro 62.
L’articolo 48 della nuova legge sull'energia si propone di creare incentivi per i gestori delle reti di distribuzione onde motivino i loro clienti finali a risparmiare energia elettrica. Il Consiglio degli Stati vuole abolire questo provvedimento. Una minoranza della commissione propone di semplificarlo. La maggioranza del Consiglio nazionale si è schierata con il Consiglio degli Stati, respingendo, con 116 voti contro 78, i provvedimenti da parte dei gestori delle reti di distribuzione, inclusi quelli volontari.
Passati i 40 anni di esercizio di una centrale nucleare gli esercenti dovrebbero presentare all’Autorità di vigilanza un concetto in materia di sicurezza. Ciò dovrebbe garantire che in qualsiasi momento, quindi anche verso la fine del periodo di esercizio di una centrale nucleare, gli esercenti investano adeguatamente nella sicurezza degli impianti. Le organizzazioni ambientaliste raccomandano di approvare la proposta. Dopo che il Consiglio degli Stati aveva respinto i miglioramenti della sicurezza per le vecchie centrali nucleari nella sessione autunnale 2015, anche il Consiglio nazionale è tornato sui suoi passi: con la chiara maggioranza di 118 voti contro 77 ha respinto la definizione di un piano di esercizio a lungo termine.
L’iniziativa per un abbandono pianificato dell’energia nucleare chiede di sancire il divieto di costruzione e di esercizio per nuove centrali nucleari e una durata massima di vita di 45 anni per le centrali nucleari esistenti. Se necessario, per motivi di sicurezza, le centrali nucleari devono essere disattivate anche prima. Inoltre l’iniziativa chiede una svolta energetica basata su minori consumi, efficienza energetica e potenziamento delle energie rinnovabili. Le associazioni ambientaliste si sono espresse a favore dell’iniziativa. Il Consiglio nazionale l’ha respinta con 134 voti contrari, 59 favorevoli e 2 astensioni.
All’indomani della catastrofe nucleare di Fukushima le Camere federali hanno incaricato il Consiglio federale di formulare una politica energetica più sostenibile, rinunciando a nuove centrali nucleari. Il primo pacchetto di misure del Consiglio federale fissa obiettivi per l’energia elettrica da fonti rinnovabili e per l’efficienza elettrica, regola in modo nuovo il rapporto tra protezione e sfruttamento, rafforza la promozione delle energie rinnovabili, vieta la costruzione di nuove centrali nucleari e riduce il consumo di energia fossile negli edifici e nei nuovi autoveicoli. Le associazioni ambientaliste hanno raccomandato di approvare l’oggetto in votazione. Nella votazione finale il Consiglio nazionale l’ha effettivamente approvato con 120 voti a favore, 72 contrari e 6 astensioni.
L’iniziativa popolare «Economia verde» ha l’obiettivo di ridurre l’impronta ecologica della Svizzera entro il 2050 in modo che non superi la capacità naturale di un pianeta Terra, creando un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse. L’iniziativa viene respinta con 128 voti contro 62.
Il Consiglio federale è incaricato di adottare misure per ridurre almeno del 30 per cento le perdite alimentari (Food Waste) in Svizzera entro il 2020. Il Consiglio nazionale ha approvato questa mozione con 116 voti contro 72.
La mozione incarica il Consiglio federale di modificare la legge sulla pianificazione del territorio in modo che il volume degli edifici al di fuori delle zone edificabili possa essere utilizzato al massimo. Abolire qualsiasi limitazione per l’utilizzazione di edifici esistenti al di fuori delle zone edificabili rafforza la crescita degli insediamenti al di fuori dell’area edificabile. Al consumo di spazi dovuto all’ampliamento degli edifici e all’estensione del terreno annesso, si aggiunge l’allargamento delle strade, reso necessario dalla maggiore utilizzazione. Ne deriva inoltre un aumento del traffico individuale motorizzato. La mozione è stata approvata con 94 voti contro 90.
La mozione mira ad abolire i contributi per la qualità del paesaggio, svuotando di significato uno strumento introdotto dal Parlamento quattro anni fa.
L’art. 37a del disegno di modifica della legge sull’ingegneria genetica prevede una proroga della moratoria di ulteriori 4 anni. Una minoranza chiede una proroga a tempo indeterminato della moratoria. La proposta della minoranza è stata respinta con 98 voti contro 89.
Questa iniziativa parlamentare si inseriva in una serie di interventi parlamentari che, in relazione all’applicazione dello spazio riservato alle acque, volevano lasciare maggior libertà ai Cantoni nella determinazione di tali spazi. Mirava a permettere che, a discrezione dei Cantoni, si potesse scendere al di sotto dell’entità minima prevista per gli spazi riservati alle acque. Diversi interventi parlamentari avevano tuttavia già causato adeguamenti giuridici sfavorevoli in materia. Un’approvazione dell’iniziativa parlamentare avrebbe comportato un’ancora più ampia flessibilizzazione e riduzione degli spazi riservati alle acque. Il Consiglio nazionale ha dato seguito all’iniziativa con 114 voti contro 57.
La mozione voleva facilitare il cambiamento di destinazione di stalle, fienili, maggenghi, rustici e simili in abitazioni (case di vacanza). Ciò avrebbe fatto aumentare l’attività edilizia in area non edificabile. La commissione del Consiglio nazionale voleva assicurare che, nonostante la mozione, la separazione tra area edificabile e area non edificabile fosse garantita e i terreni coltivati fossero preservati. Perciò ha richiesto che il testo della mozione fosse integrato con requisiti rigorosi: i cambiamenti di destinazione dovrebbero essere permessi solo se si basano sulla pianificazione regionale e comportano un miglioramento della situazione generale rispetto a natura, cultura, paesaggio e agricoltura. Il Consiglio nazionale ha approvato di misura tali requisiti complementari con 98 voti a 95 e 2 astensioni. Un forte minoranza non voleva accettare limitazioni per case di vacanza in area non edificabile.
La mozione ha lo scopo di modificare l’ordinanza sui biocidi in modo che importazione e vendita di biocidi già esaminati e autorizzati per la vendita in un Paese UE siano automaticamente autorizzate anche in Svizzera. Attualmente per il riconoscimento di un’autorizzazione in Svizzera occorre unicamente verificare se sia necessario adeguare alle circostanze nazionali le misure adottate per la riduzione del rischio nella prima autorizzazione. Poiché i biocidi sono altamente inquinanti, le organizzazioni ambientaliste ritengono assolutamente necessario il processo di verifica attualmente in vigore e raccomandano di respingere la mozione. Il Consiglio nazionale ha approvato la mozione con 132 voti contro 59.
Nell’art. 19 cpv. 5 della nuova legge sull’energia il Consiglio nazionale ha stabilito con 104 voti contro 88 alla potenza di 1 MW il limite inferiore per la partecipazione dell’energia idroelettrica al sistema di premi per l’immissione di elettricità. Una limitazione ragionevole sia dal punto di vista ecologico, sia da quelloeconomico, considerando il fatto che in Svizzera i corsi d’acqua, di importanza vitale per la biodiversità, sono già intensamente sfruttati. L’energia idroelettrica viene utilizzata e sviluppata da oltre 100 anni. I siti migliori sono sfruttati da tempo e quasi tutti i corsi d’acqua subiscono l’impatto negativo dello sfruttamento dell’energia idroelettrica. La costruzione di ulteriori centrali elettriche, in particolare se di dimensioni molto ridotte (<1 MW), è sempre più costosa ed è possibile solo grazie a sovvenzioni; i costi eccedono spesso i ricavi. Attualmente il 99% dell’energia elettrica di origine idraulica proviene da ca. 400 centrali >1 MW. Le più piccole (circa 900) producono l’1% dell’energia idroelettrica. Dal punto di vista della protezione della natura una limitazione di questo sviluppo dell’energia idroelettrica è urgente e non ha ripercussioni di nota sulla Strategia energetica 2050. Per garantire che nei progetti di piccole centrali idroelettriche le esigenze ecologiche vengano accertate in modo sufficientemente approfondito, il limite inferiore dovrebbe essere fissato a 3 MW. Infatti l’esame dell’impatto sull’ambiente (EIA) è prescritto solo per centrali idroelettriche di potenza superiore a 3MW.
Nella discussione in merito all’interessenazionale per gli impianti per la produzione di energie rinnovabili si è inserito anche il tema della protezione dei valori centrali degli inventari nazionali. Si trattava di decidere se nel caso di un oggetto come da art. 5 LPN si può derogare in linea di principio dal conservare intatto l’oggetto o se si può farlo solo nel caso in cui non venga leso il nucleo del suo valore di protezione. Il Consiglio nazionale ha scelto la prima opzione con 116 voti contro 77, indebolendo in tal modo la protezione degli oggetti dell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali (IFP).
L’Unione Svizzera dei Contadini vuole rafforzare la produzione grazie a un' iniziativa popolare retrograda, ma si mantiene sul vago in merito all’influsso che un’approvazione avrebbe sull’agricoltura svizzera e agli articoli costituzionali che andrebbero modificati.
Nel 2012 il Consiglio federale ha deciso la Strategia Biodiversità Svizzera. Per attuarla si sta elaborando un piano d'azione. Il Parlamento l’ha deciso più volte con il Programma della legislatura. Una cancellazione del Piano d’azione sarebbe inoltre incompatibile con gli impegni internazionali.
L’iniziativa cantonale chiede che venga disdetta la Convenzione di Berna, per poi negoziare una nuova adesione introducendo una riserva per il lupo. Ciò sarebbe impensabile dal punto di vista della politica nazionale e indebolirebbe notevolmente la protezione delle specie e dell’ambiente. Inoltre l’iniziativa cantonale chiede che si possa cacciare il lupo. Il fatto che esistano già attualmente sufficienti possibilità di abbattere lupi e la nuova revisione in corso della legge sulla caccia non consentono tuttavia ulteriori interventi normativi. La cacciabilità metterebbe gravemente in pericolo la sopravvivenza degli effettivi ancora ridottissimi di lupi in Svizzera.
Il Consiglio federale e il consigliere nazionale Manfred Bühler UDC/BE propongono che, a partire dal 2018, i finanziamenti federali per nuovi treni regionali e linee di bus siano ridotti al 18% mentre le linee esistenti del trasporto pubblico vengono invece finanziate per un terzo dei costi scoperti. Questa proposta causerebbe la soppressione di treni regionali e di collegamenti bus nelle regioni rurali, a meno che i Cantoni non siano disposti a un forte aumento di spesa; in alternativa il prezzo dei biglietti per i passeggeri dei trasporti pubblici aumenterebbe di circa 5-6% l’anno in tutta la Svizzera, in aggiunta agli aumenti dei biglietti dell’8% dal 2013 già applicati in conseguenza del nuovo finanziamento delle ferrovie FAIF. La variante della maggioranza della Commissione dei trasporti proponeva un aumento dei biglietti al massimo equivalente all’ampliamento dell’offerta, vale a dire del 3% circa all’anno. Il Consiglio degli Stati si è pronunciato contro il Consiglio federale e contro la minoranza Bühler, aumentando il credito del 3,5%, in modo che anche per le nuove offerte del trasporto pubblico valga l’attuale regolamentazione in base alla quale Confederazione, Cantoni e clienti sopportano ciascuno un terzo dei costi.
Lo scandalo diesel che ha investito VW, Audi, Fiat, Porsche, Renault e di altri fabbricanti di auto ha mostrato che gli organi statali sono stati truffati per anni in merito alle emissioni di ossido di azoto, un inquinante atmosferico. I limiti per le emissioni venivano rispettati in condizioni di laboratorio, ma durante l’utilizzo normale sulla strada il trattamento dei gas di combustione veniva automaticamente disattivato. Per esempio non appena la temperatura scende sotto i 19 gradi, il viaggio dura più di 25 minuti o quando il veicolo si trova a un’altezza superiore a 850 m s.l.m. L’auto designata come auto dell’anno 2016 dagli importatori svizzeri emetteva per esempio una quantità di ossidi di azoto 17 volte maggiore dei limiti di legge. Una mozione di Evi Allemann PS/BE chiedeva che, per tutelare l’ambiente e i consumatori, i veicoli nuovi con emissioni di sostanze inquinanti troppo elevate non potessero più essere venduti. Il Consiglio nazionale ha respinto la mozione con 121 voti a 61 e 5 astensioni.
Dall’approvazione dell’Iniziativa delle Alpi la Costituzione sancisce che il traffico merci transito da confine a confine deve svolgersi su rotaia. Per fare un compromesso l’iniziativa è stata attuata riducendo gradualmente il numero di veicoli merci pesanti che l’anno attraversano le Alpi ogni anno, in modo che a partire dal 2018 fossero solamente 650 000. Il PLR ha chiesto che il Consiglio federale proponesse una riduzione dell’obiettivo, e la proposta è stata approvata di misura con 91 voti contro 90 e 7 astensioni. La votazione del Consiglio nazionale si è svolta solo 4 giorni dopo la votazione popolare sulla seconda galleria del Gottardo. Durante la campagna referendaria molti fautori del «sì» avevano sostenuto di non voler modificare la politica svizzera di trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia.
Chi compra un’auto nuova paga un’imposta sulle importazioni del 4% sul prezzo d’acquisto. Fino al 2017 i proventi di 400 mio. di franchi l’anno confluivano nel bilanco generale della Confederazione; con questa decisione vengono invece riservati per la costruzione di strade. Ciò non è né ecologico, né conforme al principio del «chi inquina paga». Infatti l’imposta sulle importazioni viene pagata anche da chi circola poco e ad esempio per motivi ecologici acquista un’auto a ridotto consumo di carburante. Evi Allemann PS/BE ha proposto di far confluire in futuro dalle casse federali nel finanziamento del traffico stradale gran parte dei proventi dell’imposta di consumo riscossa sui carburanti invece dell’imposta sulle importazioni. La proposta è stata respinta con 132 voti a 62. Insieme alle altre innovazioni del Fondo per le strade FOSTRA, il Finanziamento speciale del traffico stradale della Confederazione riceve 1 miliardo in più l’anno, di cui 650 mio. provengono dalle non floride casse federali.
Il Consiglio federale vuole introdurre una nuova tassa sui veicoli elettrici e su altri veicoli a propulsione alternativa. La ragione principale addotta dal Consiglio federale è che questi veicoli non sono attualmente soggetti all’imposta sugli oli minerali. La proposta di Jürg Grossen pvl/BE mirava ad applicare anche ai veicoli elettrici ciò che vale per l’imposta sugli oli minerali: chi circola molto e possiede un veicolo ad alto consumo di carburante dovrebbe pagare di più di chi usa raramente il proprio piccolo veicolo. Perciò la nuova tassa sui veicoli elettrici dovrebbe essere una tassa commisurata alle prestazioni come è per la tassa sul traffico pesante TTPCP per i camion. Il Consiglio nazionale ha respinto questa proposta con 129 voti contro 63. Così resta possibile introdurre un contributo forfettario sui veicoli elettrici non conforme al principio del «chi inquina paga». Mentre l'aumento del prezzo della benzina viene fissato al centesimo (4 ct./l), al momento della votazione popolare sulla creazione di un nuovo fondo per le strade FOSTRA del 12.2.17 non si sa quale sarà l’ammontare della nuova tassa sui veicoli elettrici.
La Confederazione promuove progetti di infrastrutture di trasporto nell’agglomerazione che, per quanto riguarda la pianificazione del territorio, siano particolarmente efficienti in materia di gestione delle risorse e abbiano un buon rapporto costi-benefici. Benché la metropolitana di Losanna e tranvie come quella della valle della Limmat e quella della valle della Glatt soddisfino al meglio questi criteri, la Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale, grazie al voto decisivo di Natalie Rickli UDC/ZH, voleva in futuro penalizzare questi progetti nel cofinanziamento federale. Di questo cambiamento avrebbero approfittato in prima linea i progetti stradali con un cattivo rapporto costi-benefici. Con 100 voti contro 92 il Consiglio nazionale ha approvato la mozione di Evi Allemann PS/BE, del Consiglio federale e del Consiglio degli Stati. Quindi tutti i progetti di infrastrutture di trasporto nelle agglomerazioni verranno trattati anche in futuro nello stesso modo (art. 17d LUMin).