Nome
Lobsiger-Schmid
Cognome
Verena
Partito
senza partito
Cantone
Berna
Comune
Interlaken
38.1% Ecologico
I sondaggi in dettaglio ordinati per argomento.
L'attuale progetto di revisione della legge sul CO2 e della legge sulla clima ammette una quota arbitrariamente elevata di compensazioni estere. La compensazione all'estero consente ai Paesi di calcolare la riduzione delle emissioni all'estero come parte dei propri obiettivi di abbattimento delle emissioni. Solo per il 2030, nella Confederazione ciò si tradurrebbe nella mancata riduzione di circa 50 milioni di tonnellate di CO2, ovvero all'incirca il volume delle emissioni annuali di gas serra in territorio elvetico.
L'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) ha calcolato già nel 2017 che il bilancio globale di CO2 rimanente risulta essere sovrautilizzato dagli impianti e dai prodotti esistenti. Per non superare il limite dell’aumento delle temperature fissato a 1,5°C, l'AIE chiede quindi di non effettuare più nuovi investimenti a favore delle applicazioni funzionanti ad energia fossile; ciò include anche la sostituzione dei bruciatori o dei serbatoi di gasolio.
Nel suo rapporto 2017 sul finanziamento internazionale del clima, il Consiglio federale ha fissato il contributo della Svizzera all'obiettivo internazionale di 100 miliardi delle Nazioni Unite a 450-600 milioni CHF l'anno. Ciò significa che finora il nostro Paese ha erogato solo la metà dell'importo da versarsi secondo le organizzazioni ambientali e per lo sviluppo, in base alla responsabilità della Confederazione. Inoltre, la comunità internazionale ha deciso di incrementare nuovamente l'obiettivo di finanziamento congiunto dell’ONU a favore del clima entro il 2025. Un aumento del budget a 1 miliardo CHF consentirebbe, ad esempio, di accelerare l’erogazione di energia da fonti rinnovabili, sostenere le misure di adattamento e sopperire ai danni e alle perdite legati al clima.
I carburanti sintetici rinnovabili per l'aviazione sono prodotti con il solare o l’idrogeno. Da qui al 2030 le aziende svizzere possono produrre una quantità di carburante per l'aviazione scevra da CO2 con la luce solare tale da poter alimentare la metà dei voli elvetici. In Germania, dove i voli pro capite sono solo la metà, se ne dovrà introdurre almeno il 2% a partire già dal 2025.
In generale, il Parlamento sta fissando obiettivi ambiziosi per l'espansione delle rinnovabili e il risparmio energetico. Come fatto finora, il finanziamento avverrà mediante il cosiddetto supplemento di rete, pari a 2,3 centesimi/kWh, da corrispondersi in bolletta da parte degli utenti (le aziende ad alta intensità energetica possono richiedere l’esenzione). I vari strumenti per l'espansione includono principalmente una copertura rispetto ai prezzi bassi del mercato dell'elettricità, come era stata a lungo la regola prima del forte aumento dei prezzi dell'energia dovuti alla guerra in Ucraina. L'obiettivo è limitare i rischi di investimento, cosicché il maggior numero possibile di aziende e privati investa nell'espansione delle rinnovabili e nel risparmio energetico. I fondi necessari per raggiungere l'obiettivo dipendono quindi fortemente dal prezzo di mercato dell'elettricità.
A differenza di altri Paesi (UE, USA), la Svizzera non dispone ancora di strumenti di mercato che prevedano incentivi finanziari per famiglie e/o imprese intesi a diminuire il consumo di energia. Prassi di successo all'estero sono ad esempio le tariffe energetiche progressive, i sistemi bonus-malus, le tasse di incentivazione, le aste di rinuncia, ecc.
Oltre all’eliminazione del petrolio, per decarbonizzare l'approvvigionamento energetico è indispensabile abbandonare anche il gas fossile, soprattutto nel settore della fornitura di calore. Oggi l'approvvigionamento di gas in Svizzera si basa in gran parte su accordi con il settore privato; a differenza del comparto dell'elettricità, la Confederazione praticamente non stabilisce alcun limite di sicurezza. Le normative ipotizzabili sarebbero la definizione di un percorso di abbandono del fossile, la priorità dell'uso del gas in alcuni settori industriali in cui è più complesso sostituirlo rispetto al riscaldamento degli edifici, il sostegno finanziario a comuni e città per lo smantellamento delle reti del gas, oppure una politica di promozione della produzione di gas sintetici o di idrogeno grazie alle rinnovabili.
Ad oggi in Svizzera mancano le basi giuridiche per regolamentare un mercato finanziario sostenibile e combattere il greenwashing. Finora non esistono requisiti specifici né criteri minimi in base ai quali i prodotti o i servizi del mercato finanziario si possano definire sostenibili. Alla fine del 2022, il Consiglio federale ha definito la sua posizione sulla prevenzione del greenwashing sul mercato finanziario, istituendo un gruppo di lavoro per la sua attuazione. Al momento non è ancora chiaro se verrà adottato un approccio alla soluzione di tipo normativo, ovvero un adeguamento del diritto dei mercati finanziari. Esempi di regolamentazione potrebbero essere la definizione di standard minimi per gli investimenti rispettosi del clima e dell'ambiente oppure requisiti corrispondenti relativi alla divulgazione e alla denominazione dei prodotti finanziari.
Le pubblicità sui prodotti animali finanziate dai contribuenti sono molte di più rispetto a quelle dei prodotti vegetali, il che promuove maggiormente il consumo di prodotti di questa prima categoria e non è coerente con le linee guida della Confederazione per una dieta sana e verde. Ogni anno si spendono oltre 60 milioni di franchi per la promozione di prodotti svizzeri, di cui un terzo per la promozione delle esportazioni, soprattutto di formaggi; un altro terzo viene utilizzato per promuovere la vendita di prodotti animali in territorio elvetico. Solo un ottavo dei contributi è destinato alla promozione dei prodotti vegetali entro i confini nazionali.
Una norma equivalente verrà probabilmente introdotta in UE da qui al 2025. Il concetto di catena di approvvigionamento scevra da deforestazione implica la conservazione di aree forestali, da non convertirsi a favore di altre forme di sfruttamento (pascoli, campi, piantagioni, insediamenti, ecc.) per la produzione di materie prime.
Ad oggi la Svizzera tutela il 10,8% del suo territorio nazionale in qualità di aree protette; la media degli altri Paesi europei si attesta al 26,4%. Nell'ambito della strategia «Biodiversità Svizzera», il Consiglio federale si è posto l'obiettivo di creare entro il 2040 una cosiddetta «Infrastruttura ecologica», ovvero una rete di regioni di valore ecologico, urgentemente necessaria. Secondo il nuovo accordo internazionale sulla biodiversità (Kunming Montreal Biodiversity Framework), entro il 2030 andrà protetto il 30% della superficie mondiale.
Il Consiglio federale ha proposto un aumento di 96 milioni del credito «Natura e paesaggio», un primo passo importante. Nel suo messaggio concernente la revisione della legge sulla protezione della natura e del paesaggio, il Consiglio federale parla di una necessità annua supplementare pari a 200-375 milioni.
Nel 2020, la scienza (Istituto di ricerca WSL) ha identificato circa 160 sussidi federali dannosi per la biodiversità, per un valore di 40 miliardi di franchi. Si tratta di sussidi doppiamente dannosi: da un lato, perché si spende denaro pubblico causando dei danni, dall'altro perché richiedono il finanziamento di misure per riparare questi stessi danni. Nel 2020, il Consiglio federale ha sottoposto a revisione dettagliata solo 8 di questi sussidi, da operarsi entro il 2024. Non si parla ancora di convertire o abolire il loro effetto dannoso per la biodiversità.
La legge sulla protezione delle acque sancisce i cosiddetti ‘deflussi residuali adeguati’; a valle dei prelievi, nei letti di fiumi e torrenti deve rimanere una quantità d'acqua sufficiente per preservare l'habitat di flora e fauna, mantenere la qualità dell'acqua e garantire l'approvvigionamento delle falde freatiche. Per i prelievi autorizzati prima del 1992, tali disposizioni sui deflussi residuali si applicano solo in sede di rinnovo della concessione per lo sfruttamento dell’idroelettrico.
Nell'ambito del bilancio dei pagamenti diretti, ogni anno alle aziende agricole si versa circa 1 miliardo CHF in forma di contributi per la sicurezza dell'approvvigionamento. Questi ultimi si compongono di tre contributi parziali: il contributo di base, il contributo per le difficoltà di produzione e il contributo per la superficie coltiva aperta e le colture perenni. Il contributo di base assorbe tre quarti del denaro e ad oggi viene erogato nella stessa misura per tutti i terreni, senza considerare il contributo del terreno alla sicurezza dell'approvvigionamento. Tuttavia, i terreni arabili possono essere sfruttati in modo più efficiente con delle colture che contribuiscano direttamente all'alimentazione umana invece che a quella animale.
Il percorso di riduzione dei pesticidi prevede il dimezzamento dei rischi derivanti dalla loro applicazione entro il 2027. Secondo la legge sull'agricoltura, nel 2025 il Consiglio federale dovrà valutare l’eventuale raggiungimento dell'obiettivo fissato. In caso contrario, si dovranno stabilire ulteriori misure per garantire il raggiungimento dell'obiettivo. La comunità scientifica propone come misura efficace le tasse di incentivazione basate sulla tossicità, un approccio peraltro già sperimentato all’interno di altri Paesi europei.
I suoli sigillati e le grandi volumetrie edilizie riscaldano il clima locale nelle aree di insediamento. Impediscono inoltre la penetrazione dell'acqua nel suolo, aumentando così il rischio di inondazioni in caso di forti precipitazioni. Liberando le superfici sigillate si promuove la biodiversità e si favorisce la penetrazione dell’acqua.
Tenendo conto dei costi energetici legati al funzionamento, guidare un'auto elettrica è già più conveniente rispetto ai veicoli a benzina e diesel. A seconda del produttore e del modello, tra il 2025 e il 2032 le auto elettriche nuove cesseranno di essere più costose da acquistare rispetto a un modello identico a benzina o diesel. Nonostante il boom dell’elettrico, le attuali direttive a cui sono soggetti gli importatori non impediscono alla Svizzera di vendere auto nuove con le più alte emissioni medie di CO2 in Europa. A partire dal 2030, 7 Stati europei e 9 case automobilistiche intendono smettere di immatricolare o produrre nuove auto con motori a combustione; i veicoli già in uso e le vendite di seconda mano non sarebbero interessati.
Indipendentemente dalle emissioni di CO2, ad oggi per un viaggio attraverso le Alpi i mezzi pesanti pagano in media 295 CHF di TTPCP. I TIR con emissioni elevate pagano più di quelli con emissioni ridotte solo in termini di inquinamento atmosferico (compreso il particolato), ma non in termini di CO2. Gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE consentono un importo massimo medio di 325 CHF per un viaggio nel territorio della Confederazione.
Oggi, il 12% degli stanziamenti del Fondo per le strade FOSTRA viene speso per progetti in agglomerati particolarmente validi dal punto di vista della pianificazione territoriale (i cosiddetti programmi d’agglomerato per gli insediamenti e i trasporti). L'88% delle risorse pecuniarie del FOSTRA oggi è riservato alla costruzione e alla manutenzione delle autostrade.