Nome
Maitre
Cognome
Vincent
Data di nascita
12.01.1981
Partito
Partito popolare democratico svizzero
Cantone
Ginevra
Cariche
consigliera nazionale / consigliere nazionale
41.4% Ecologico
I sondaggi in dettaglio ordinati per argomento.
La legge sul CO2 è lo strumento più importante in Svizzera per l’attuazione della protezione del clima. La legge attuale copre il secondo periodo del protocollo di Kyoto, dal 2013 al 2020. Per il periodo dopo il 2020 sono valide le condizioni dell’Accordo di Parigi sul clima, che la Svizzera ha ratificato nel 2017. La Svizzera si è impegnata a livello internazionale a ridurre le sue emissioni di gas serra entro il 2030 almeno del 50% rispetto al 1990. La nuova legge deve garantire l’attuazione di tale impegno a livello nazionale. Il Consiglio nazionale approvato a grande Maggioranza la nuova legge sul CO2.
Con la ratifica dell’Accordo di Parigi la Svizzera si è impegnata a dimezzare le sue emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai valori del 1990. L’obiettivo di riduzione nazionale stabilisce la quota di riduzione delle emissioni di CO2 da realizzare in Svizzera. Il Consiglio federale e la maggioranza della commissione auspicano che il 60% dell’obiettivo complessivo venga raggiunto in Svizzera, il che equivale a un obiettivo di riduzione nazionale del -30%. Questo obiettivo è meno ambizioso dell’attuale obiettivo nazionale. Di fatto la riduzione in Svizzera passa dall'attuale -2% annuale al -1% in futuro. La proposta di minoranza Vogler chiede di aumentare tale obiettivo al -37,5%. Il Consiglio nazionale si è schierato con la minoranza con 111 voti contro 86.
La proposta Paganini (PPD/SG) mira a strutturare l’incentivo finanziario per gli importatori di auto in modo che ogni anno propongano ulteriori modelli a basso consumo e autoveicoli con sistemi di propulsione alternativi (elettricità, gas, idrogeno). Analogamente al sistema in vigore fino al 2015 le emissioni di CO2 delle nuove auto dovrebbero essere ridotte tutti gli anni invece che ogni 4 o 5 anni come chiede la proposta di maggioranza. La riduzione del 3,75% l’anno richiesta dalla proposta Paganini è stata realizzata in 6 degli 8 anni trascorsi tra il 2008 e il 2015, benché a quell’epoca la mobilità elettrica fosse meno sviluppata di quanto non sia oggi.
Secondo la proposta del Consiglio degli Stati la maggioranza della commissione chiede di stabilire nella legge valori limite di CO2 per il settore Edifici, che diventino effettivi a partire dal 2023 e per i Cantoni con periodo transitorio a partire dal 2026. La proposta di minoranza Wasserfallen chiede invece che, se l’obiettivo riduzione di CO2 nel settore Edifici non viene raggiunto, il Consiglio federale non possa chiedere al Parlamento l’introduzione uno standard edilizio prima della fine del 2025, standard che per ragioni legate alle procedure parlamentari e alla successiva attuazione nei Cantoni diventerebbe effettivo solo a partire dal 2030. Il Consiglio nazionale ha chiaramente approvato la proposta della maggioranza.
La proposta di minoranza Thorens (Verdi/VD) chiede di stabilire le norme per gli importatori di auto in modo che nel 2030 le auto elettriche e altre alimentate con energia rinnovabile diventino la norma nell’acquisto di nuovi veicoli. Per la media del parco automobili sarebbero ancora permessi 20g CO2/km senza sanzioni. Ciò modificherebbe il parco automobili tanto da rendere possibile il raggiungimento dell’obiettivo del Consiglio federale di un saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero entro il 2050. Già oggi in tutti i segmenti auto sono disponibili anche modelli a propulsione elettrica.
Il Consiglio federale ha incaricato il Parlamento di aumentare progressivamente la tassa sul CO2 a un massimo di CHF 210 in caso di mancato raggiungimento delle misure di riduzione previste. Attualmente l’aliquota massima è di 120 franchi per tonnellata di CO2, importo che la proposta di minoranza Egger M. mira a lasciare invariata. Il Consiglio nazionale ha seguito il parere del Consiglio federale con una chiara maggioranza di 133 voti favorevoli, 59 contrari e un’astensione.
Le proposte identiche degli oppositori della tassa sui biglietti aerei Fabio Regazzi (PPD/TI), Kurt Fluri (PLR/SO) e Thomas Hurter (UDC/SH) esigono che la tassa sui biglietti aerei sia introdotta solo se il traffico aereo torna a produrre l’80% dei gas a effetto serra del 2019. Nei 15 anni tra il 2004 e il 2019 il traffico aereo in partenza dalla Svizzera è raddoppiato. Le svizzere e gli svizzeri vanno in aereo il doppio rispetto alle/agli abitanti dei Paesi limitrofi. Per questo motivo il comportamento del 2019 rispetto agli aerei non è compatibile con la politica climatica svizzera e la tassa d'incentivazione sui biglietti aerei è necessaria immediatamente, in modo che la persona che inquina, e non il grande pubblico, sopporti almeno una parte dei costi causati dall’impatto climatico.
Riguardo all’aumento del conferimento di capitale svizzero al Gruppo della Banca mondiale e alla Banca africana per lo sviluppo, la maggioranza della commissione precisa che la Svizzera rifiuta di finanziare progetti nel settore del carbone, del petrolio e del gas naturale, nonché programmi di prospezione, estrazione, produzione e generazione di energia elettrica da combustibili fossili nei Paesi in via di sviluppo e Paesi emergenti. Tale rifiuto vale anche per l’attività di consulenza politica delle banche, per i prestiti per la politica di sviluppo e per i prestiti a intermediari finanziari. Le proposte individuali Schneider-Schneiter/Portmann/Grüter miravano a eliminare queste condizioni. Il Consiglio nazionale ha approvato le proposte individuali.
La mozione di commissione chiede di preparare la partecipazione della Svizzera a un eventuale meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera dell’UE. Una tale sistema di compensazione è attualmente in preparazione nel pacchetto di misure Green New Deal dell’UE. La mozione è approvata a larga maggioranza con 131 voti a favore, 69 contrari e un’astensione.
Nel quadro del controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai la maggioranza della commissione chiede di fissare l’obiettivo di emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. Una minoranza della commissione vuole invece soltanto una riduzione al livello del 1990 tenendo conto in particolare dell’evoluzione demografica e dello sviluppo economico. La maggioranza si afferma con 137 voti contro 52.
Nell’articolo relativo alle finalità la maggioranza della commissione vuole fissare obiettivi intermedi per la riduzione dei gas serra. Una proposta di minoranza vuole obiettivi intermedi notevolmente inferiori, il che rende impossibile raggiungere l’obiettivo di emissioni nette pari a zero entro il 2050. La maggioranza si impone con 140 voti contro 50.
Una misura centrale del controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai sono gli strumenti finanziari per promuovere la sostituzione degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili, dei riscaldamenti elettrici a resistenza e degli impianti elettrici per la produzione di acqua calda. È previsto un programma speciale decennale con 200 milioni di franchi l’anno. Una proposta di minoranza vuole eliminare interamente la misura. Il programma viene approvato con 119 voti contro 74.
Una misura centrale del controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai è la promozione di tecnologie e processi innovativi. Entro il 2030 le imprese del settore riceveranno un sostegno finanziario. Una proposta di minoranza vuole eliminare interamente la misura. La minoranza perde con 135 voti contrari, 54 a favore e 4 astensioni.
Con il credito quadro "Ambiente globale 2023-2026" il Consiglio federale chiede 197,75 milioni franchi per il finanziamento di progetti ecologici in Paesi in via di sviluppo e Paesi emergenti. Le minoranze della commissione propongono un importo inferiore (147,83 milioni di franchi). La maggioranza della Camera approva la richiesta del Consiglio federale con 115 voti a 77.
Nel dibattito sulla Politica agricola entro il 2030 una minoranza della commissione vuole ottenere, come per altri settori, un percorso di riduzione per i gas serra nell’agricoltura (-40% entro il 2050). La maggioranza della Camera respinge il percorso di riduzione con 107 voti contrari, 81 a favore e 4 astensioni.
Le emissioni di gas serra che si originano durante la produzione di materiali da costruzione vengono in genere sottovalutate. Nel quadro della revisione della legge la proposta di minoranza Flach (PVL/AG) esigeva che il Consiglio federale possa fissare valori limite per le cosiddette emissioni grigie per le costruzioni (nuove costruzioni e ristrutturazioni sostanziali di edifici). Questa misura flessibile e orientata all’apertura tecnologica è stata respinta di misura con 94 voti contrari, 93 a favore e un’astensione.
L’iniziativa esige che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta quantità di gas serra superiori a quelle che possono essere durevolmente trattenute da pozzi di assorbimento sicuri. Inoltre, a partire da questa data, in Svizzera non potranno in linea di principio più essere messi in commercio carburanti e combustibili fossili. La maggioranza della Camera respinge l’iniziativa con 109 voti a 87.
Una minoranza della commissione chiede di fissare i contributi di investimento per tutte le centrali idroelettriche al 40 per cento al massimo dei costi di investimento. Con il 60 per cento proposto dalla maggioranza della commissione, il finanziamento delle nuove centrali idroelettriche sarebbe chiaramente eccessivo e si creerebbero incentivi sbagliati alla costruzione di un numero ancora maggiore di piccole centrali idroelettriche inefficienti. Di conseguenza mancano i fondi per sviluppare la tecnologia fotovoltaica, che con 60 TWh dispone di un potenziale di incremento notevolmente maggiore e ha un impatto ambientale notevolmente minore. La minoranza ha perso con 85 voti a favore, 104 voti contrari e due astensioni.
Al giorno d’oggi è quasi impossibile finanziare impianti fotovoltaici senza consumo proprio. La proposta della maggioranza della commissione per l’art. 35 cps. 3 LEne permette di concedere per tali impianti contributi di investimento fino al 60 per cento dei costi di investimento. La maggioranza si è imposta con 130 voti contro 55 e 3 astensioni.
Nella legge sulle misure urgenti volte a garantire a breve termine l’approvvigionamento elettrico durante l’inverno si vorrebbe introdurre un obbligo di sfruttamento dell’energia solare nella costruzione di nuovi edifici. La maggioranza della commissione chiede tale obbligo a partire da una superficie dell’edificio superiore a 300 m2, mentre al di sotto di tale soglia i Cantoni possono decidere in merito all’obbligo. Una minoranza vuole estendere l’obbligo a tutti gli edifici nuovi analogamente a quanto deciso dal Consiglio degli Stati, ma tale proposta viene respinta con 106 voti contrari, 84 a favore e 2 astensioni.
Una minoranza della commissione esige il divieto di nuove installazioni e l’obbligo di sostituire riscaldamenti elettrici a resistenza al più tardi entro 2040: sono inefficienti e consumano preziosa energia elettrica durante l’inverno. Il potenziale di risparmio energetico si aggira intorno ai 2TWh. La maggioranza della Camera respinge la proposta con 103 voti a favore e 89 contrari.
Si contrappongono da un lato l’obbligo di sfruttamento dell’energia solare per nuove costruzioni e ristrutturazioni di edifici, in particolare per i tetti da risanare, e dall'altro lo status quo con un obbligo di sfruttamento dell’energia solare limitato alle nuove costruzioni con superficie superiore a 300 m2. La maggioranza del Consiglio nazionale punta più in alto e si pronuncia per il primo obbligo con 103 sì e 87 no.
In votazione vi sono da un lato lo sfruttamento dell’energia solare come standard entro il 2035 per i parcheggi esistenti di dimensioni superiori a 500 m2 e a partire dal 2030 per nuovi parcheggi di dimensioni superiori a 250 m2, dall'altro la rinuncia integrale a tali misure. La maggioranza del Consiglio nazionale auspica lo sfruttamento dei parcheggi per la produzione di energia solare e accetta la proposta di Lorenz Hess (PBD/BE) con 109 voti a favore contro 82. La Francia, il Baden-Württemberg e il Canton Berna hanno già adottato norme analoghe.
Lo strumento proposto dalla commissione si concentra sul miglioramento dell’efficienza elettrica nel semestre invernale e obbliga i fornitori di energia elettrica ad aumentare l’efficienza (del 2% al massimo rispetto all’anno precedente). Questo si traduce in prestazioni per le consumatrici/i consumatori finali. I fornitori di energia elettrica possono scambiarsi tra loro gli aumenti di efficienza energetica. Una minoranza della commissione vuole eliminare l’intero strumento. Il Consiglio nazionale sostiene lo strumento a larga maggioranza con 136 voti a favore, 55 voti contrari e un’astensione.
Questa proposta di minoranza della Commissione per l’ambiente darebbe alla Confederazione la possibilità di sovvenzionare l’antieconomico mantenimento in esercizio delle centrali nucleari. Il Consiglio nazionale respinge la proposta a larga maggioranza (130:61).
L’iniziativa "Per imprese responsabili" mira a obbligare tutte le imprese con sede in Svizzera a gestire preventivamente i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente adottando un processo di dovuta diligenza. Le imprese che violano l’obbligo della dovuta diligenza dovrebbero rispondere dei danni che hanno causato e di quelli causati dalle imprese che controllano. La maggioranza del Consiglio nazionale raccomanda di respingere l’iniziativa.
Le Camere federali hanno elaborato due diversi concetti per un controprogetto all’iniziativa "Per imprese responsabili". Il Consiglio nazionale auspica che le imprese con sede principale in Svizzera applichino l’obbligo della dovuta diligenza in base agli standard internazionali dell’ONU e dell’OCSE in materia di diritti umani e norme ambientali. Il Consiglio degli Stati ha deciso un altro concetto, che punta principalmente sull’obbligo di rendiconto e applica l’obbligo della dovuta diligenza unicamente a due rischi specifici, il lavoro minorile e i minerali provenienti da zone di conflitto. Mancano sanzioni efficaci. La proposta di minoranza Bregy chiede di adottare il concetto del Consiglio degli Stati. Il Consiglio nazionale ha deciso di mantenere l’obbligo della dovuta diligenza con una risicata maggioranza di 97 voti contro 92 e 7 astensioni.
La proposta di minoranza Egger Kurt (Verdi/TG) chiede di introdurre un obbligo di trasparenza in materia di rischi fisici e rischi di transizione legati al clima per le imprese con una cifra d’affari di almeno 500 milioni franchi e con almeno 500 dipendenti. La maggioranza non desidera includere disposizioni simili nella legge sul CO2. Il Consiglio nazionale respinge la proposta della minoranza.
La maggioranza del Consiglio nazionale desidera stabilire per FINMA e BNS un obbligo di esame e di trasparenza dei rischi finanziari legati al clima. La proposta di minoranza Egger Mike (UDC/SG) desidera sopprimere tali norme. Il Consiglio nazionale approva chiaramente la posizione della maggioranza.
Adèle Thorens (Verdi/VD) esige che l’obbligo fiduciario dei fornitori svizzeri di servizi finanziari includa esplicitamente i rischi climatici. La proposta viene approvata con 96 voti a favore, 86 contrari e 3 astensioni.
L’iniziativa parlamentare Fischer (PVL/LU) esige che la legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità LPP sia modificata in modo che la compatibilità climatica degli investimenti effettuati sia misurata, comunicata e migliorata. La proposta viene respinta con 84 voti a favore, 104 contrari e un’astensione.
In merito alla proroga della moratoria sull’ingegneria genetica nel Consiglio nazionale si è deciso con 112 voti a favore e 74 contrari che in futuro le modifiche genetiche apportate con i nuovi metodi (ad es. CRISP/Cas) dovranno essere regolamentate al di fuori della legge sull’ingegneria genetica.
La maggioranza del Consiglio nazionale voleva affidare al Consiglio federale le competenze per definire criteri per la riduzione dell’impatto ambientale di prodotti e imballaggi.
La mozione presentata da Gerhard Andrey (Verdi/FR), Roland Fischer (PVL/LU), Matthias Jauslin (PLR/AG), Martin Landolt (Alleanza del Centro/GL) e Céline Widmer (PS/ZH) chiede la creazione di una banca di investimento indipendente per finanziare progetti di ristrutturazione innovativi e sostenibili in Svizzera e all’estero. La mozione è stata respinta di misura con 95 voti contrari, 92 a favore e 3 astensioni.
Finora le centrali elettriche piuttosto vecchie già esistenti cui occorre una nuova concessione dovevano adottare, in base al principio di causalità, misure adeguate per compensare gli interventi, a volte massicci, sulla natura locale non compensati fino alla nuova concessione. Il punto iniziale per stabilire le misure di sostituzione era finora lo stato iniziale sul posto, senza centrale idroelettrica. L’oggetto in questione voleva definire lo stato attuale già compromesso (con l’impianto) come stato iniziale per le misure di sostituzione ecologiche, misure che quindi naturalmente diventano superflue. La compromissione dell’ambiente naturale continuerà quindi a sussistere anche decenni dopo la nuova concessione, senza che debbano essere adottate misure di sostituzione in base al principio di causalità.
L’obbligo dei Cantoni di rivitalizzare le acque è sancito dal 2011 nella legge sulla protezione delle acque ed è stato parte integrante e significativa del compromesso che ha condotto al ritiro dell’iniziativa popolare "Acqua viva". La rivitalizzazione è sostenuta con fondi federali. Benché fosse chiaro già dal 2007 che a questo scopo sarebbero stati necessari annualmente circa 60 milioni di franchi per 80 anni, la Confederazione ha messo a disposizione per il periodo programmatico 2020-24 solo 36 milioni l’anno. I Cantoni hanno però presentato domande per il doppio di tale importo. Se mancano i soldi le rivitalizzazioni vengono rallentate o realizzate solo in misura minima. Questo danneggia la biodiversità. L’aumento dei fondi annuali da 36 a 56 milioni, come richiesto nella proposta, avrebbe potuto contrastare tale tendenza, fornendo un importante sostegno per la rivitalizzazione delle acque.
Grazie a questa revisione si vogliono ridurre i rischi dell’uso di prodotti fitosanitari nonché le notevoli eccedenze di azoto nell’agricoltura. Per farlo si lavora con percorsi di riduzione. Una minoranza della commissione vorrebbe supportare i percorsi di riduzione inserendo delle misure nella prova che le esigenze ecologiche sono rispettate (PER): adeguamento del bilancio di concimazione, permettere di evitare l’uso di pesticidi altamente tossici, requisiti regionali, rispetto della protezione delle acque. Tale proposta viene respinta con 108 voti contrari e 82 a favore.
Questa revisione mira a ridurre i rischi dell’uso di prodotti fitosanitari nonché le massicce eccedenze di azoto nell’agricoltura. La minoranza della commissione chiede nell’art. 164 LAgr un obbligo di trasparenza per il commercio di concimi e alimenti per animali. La maggioranza della commissione vuole limitare l’obbligo alle forniture di concimi. In tal modo verrebbe a mancare una condizione fondamentale per la verifica del raggiungimento degli obiettivi, visto che l’immissione di sostanze nutritive nell’agricoltura mediante alimenti per animali è addirittura maggiore di quella mediante concimi. La minoranza perde di misura con 97 voti a favore, 97 contrari, un’astensione e il voto decisivo del presidente della Camera.
In linea con Consiglio degli Stati e Consiglio federale la minoranza della commissione chiede che l’autorizzazione di un principio attivo venga riesaminata se tale principio attivo o i suoi prodotti di degradazione superano ripetutamente e ampiamente i valori limite nelle acque sotterranee che assicurano l’approvvigionamento in acqua potabile o nelle acque superficiali. Nei settori di alimentazione delle captazioni di acqua non devono inoltre essere utilizzati pesticidi i cui principi attivi e prodotti di degradazione superino il valore limite nelle acque sotterranee. Prendendo in considerazione unicamente parte dei prodotti di degradazione la maggioranza della commissione elimina un principio fondamentale della protezione dell’acqua potabile. Questa attenuazione della protezione delle acque corrisponde ai principi dell’attuale sistema di omologazione e non migliora la qualità dell’acqua potabile, né la prevenzione. Nella votazione prevale la proposta di minoranza con 103 voti a favore, 88 contrari e 2 astensioni.
La Politica agricola a partire dal 2022 (PA22+) chiesta dal Consiglio federale contiene proposte di soluzione per problemi ambientali indiscussi nell’agricoltura, che gravano sulle nostre basi vitali: suolo, biodiversità e acque. Viene sostenuta dai Cantoni e da diverse organizzazioni contadine, e non serve unicamente a proteggere l’ambiente, ma anche a garantire a medio termine la sicurezza dell’approvvigionamento. La commissione ha chiesto di sospendere il progetto, vale a dire di ritardarlo finché possa essere definitivamente affondato. Una minoranza della commissione si è schierata contro la sospensione. La sospensione è stata approvata con 100 voti a favore, 95 contrari e un’astensione.
La minoranza della commissione auspica che nuove piccole centrali idroelettriche ricevano incentivi solo se superano il limite di potenza di 3 MW, a partire dal quale sono soggette a esame di impatto ambientale (EIA). In tal modo si garantisce che l’impatto ambientale degli impianti che beneficiano di strumenti di promozione venga chiarito in modo mirato. La minoranza ha perso con 124 voti contrari, 62 a favore e 5 astensioni.
Dopo che negli scorsi anni erano già state attuate diverse eccezioni alla riduzione degli spazi minimi riservati alle acque, la mozione Hösli (UDC/GL) voleva introdurre un’ulteriore eccezione. Essa avrebbe causato un passo indietro nella protezione delle acque. La proposta viene respinta con 100 voti contrari, 84 a favore e un’astensione.
L’Iniziativa sull’allevamento intensivo mirava a ridurre le dimensioni massime del gruppo per gli animali da reddito. Erano in corso sforzi per proporre un controprogetto indiretto all’iniziativa, tuttavia con questa votazione tale via è stata respinta (106:81).
La mozione Graf (Verdi/BL) chiede che i prodotti fitosanitari (PFS) tossici non siano più autorizzati per l’uso non professionale. La mozione viene accolta nel Consiglio degli Stati. Invece la maggioranza della commissione del Consiglio nazionale non la accetta e chiede una formazione per gli utilizzatori non professionali di PFS. Una minoranza raccomanda la versione originariamente accolta dal Consiglio degli Stati. La maggioranza prevale con 104 voti contro 90.
L’Iniziativa biodiversità è stata sottoposta al voto del Consiglio nazionale. L’iniziativa mira a porre a disposizione sufficienti superfici, risorse finanziarie e di personale e gli strumenti necessari per la conservazione della biodiversità. Viene respinta con 101 voti contrari, 72 a favore e 19 astensioni.
La maggioranza della commissione propone di assegnare il 17 per cento del territorio nazionale principalmente alla protezione della biodiversità, stabilendo anche le categorie delle aree che devono essere incluse (ad es. riserve forestali, superfici per la promozione della biodiversità). Una minoranza della commissione propone che sia il Consiglio federale a definire tecnicamente quali zone considerare zone centrali dell’infrastruttura ecologica e che si rinunci sia all’obiettivo troppo modesto sia a definire le categorie. L’approccio orientato alla qualità si afferma con 100 voti a favore, 91 contrari e 2 astensioni.
La maggioranza della commissione propone che entro il 2040 il 30 per cento del territorio nazionale sia assegnato principalmente alla protezione della biodiversità e protetto a lungo termine. La maggioranza chiede che sia soltanto il 17 per cento. La maggioranza della Camera approva l’obiettivo più modesto con 106 voti a favore, 85 contrari e 2 astensioni.
L’art. 104a della Costituzione, accolto dal popolo svizzero nel 2017, prevede che le relazioni commerciali contribuiscano allo sviluppo sostenibile della filiera agroalimentare. Una minoranza della commissione vuole che nello stabilire i dazi di importazione per la Politica agricola fino al 2030 si tenga conto della sostenibilità. La maggioranza della Camera respinge la proposta con 111 voti contrari e 83 a favore.
Nel 2018 il Tribunale federale ha concesso alle organizzazioni ambientaliste qualità di parte e diritto di ricorso nelle procedure di autorizzazione dei pesticidi. Ora ciò deve essere introdotto formalmente nella legge sull’agricoltura. La maggioranza della commissione vuole limitare in modo rilevante questo diritto e creare scappatoie. La maggioranza della Camera appoggia tuttavia la minoranza con 105 voti favorevoli, 88 contrari e 3 astensioni, lasciando invariato il diritto di ricorso.
I biotopi di importanza nazionale sono il nucleo della biodiversità in Svizzera. Costituiscono solo il 2,17% del territorio nazionale. In essi è vietata la costruzione di impianti di produzione di energia rinnovabile. La proposta individuale Imark (UDC/SO) chiede che ora siano autorizzati nei biotopi tratti con deflussi residuali di centrali idroelettriche. Questo avrebbe come conseguenza che, soprattutto nelle zone golenali, resterebbe solo una frazione dell’acqua necessaria. Il Consiglio nazionale respinge la proposta con una maggioranza risicata di 97 a 94 voti.
In base al concetto della CAPTE-S relativo alla legge sulla caccia (LCP), che si è imposto anche nel Consiglio nazionale con 103 voti a 91, in futuro i lupi potrebbero essere cacciabili invece che regolamentati in relazione ai danni causati. Il Parlamento ha così perso un’occasione per realizzare una soluzione pragmatica per la coesistenza di esseri umani e lupi. La proposta di minoranza Jauslin chiedeva invece di tener conto della proposta di compromesso elaborata dopo l’approvazione della modifica della LCP nella votazione del 2020 da un gruppo di parti interessate che conta su un largo sostegno.
La prova che le esigenze ecologiche sono rispettate nell’agricoltura richiede una «quota adeguata di superfici per la promozione della biodiversità (SPB)». La quota di SPB deve ammontare almeno al 7% della superficie agricola utile. La distribuzione delle SPB è tuttavia molto disomogenea. La quota di elementi SPB in campicoltura, con 3655 ettari (0,9% della superficie coltiva), è molto bassa. Si deve contrastare la perdita di biodiversità nelle regioni campicole. Si tratta di superfici preziose per la biodiversità, di cui si usufruisce anche per la produzione di derrate alimentari e alimenti per animali. Su queste superfici vengono promossi organismi utili e impollinatori importantissimi per combattere parassiti nelle colture agricole e per garantire a lungo termine l’impollinazione. I danni alle colture si riducono notevolmente. Grazie agli organismi utili è possibile diminuire l’uso di pesticidi, proteggendo l’ambiente e riducendo anche i costi nelle aziende agricole .
L’agricoltura intensiva comporta grandi emissioni di sostanze nutritive che hanno un impatto negativo sugli ecosistemi. Perciò il Consiglio federale ha fissato nell’aprile 2022, anche nel quadro delle audizioni parlamentari relative alle iniziative sull’acqua potabile, un obiettivo di riduzione del 20% per la perdita di sostanze nutritive. La diminuzione del 20% entro il 2030 non sarebbe solo assolutamente necessaria, ma anche relativamente fattibile. La mozione chiede che l’obiettivo di riduzione sia diminuito. Così grandi quantità di sostanze nutritive dell’agricoltura continueranno a penetrare negli ecosistemi. Nel contesto della sicurezza alimentare non si può sostenere che il 20% di riduzione delle eccedenze di azoto condurrà a una riduzione del grado di autoapprovvigionamento. Anzi, la conservazione a lungo termine delle risorse naturali è un presupposto imprescindibile per la produzione di derrate alimentari. Invece un’elevata intensificazione della produzione porta a una dipendenza ancora maggiore dalle importazioni: pesticidi, concimi minerali, alimenti per animali e altri consumi intermedi saranno importati, alcuni di essi da zone di conflitto.
Per ridurre le emissioni di ammoniaca il Consiglio federale obbliga tramite un’ordinanza il settore agricolo a utilizzare spandiliquame a tubi flessibili, una tecnica per spargere il liquame che riduce le emissioni. La maggioranza della commissione chiede numerose eccezioni, che secondo il Consiglio federale equivalgono a una "soppressione di fatto dell’obbligo di utilizzare spandiliquame a tubi flessibili". Il Consiglio nazionale non appoggia la commissione e respinge la proposta con 100 voti contrari, 88 favorevoli e 3 astensioni.
Le disposizioni concernenti i deflussi residuali secondo la LPAc sono il minimo indispensabile necessario per mantenere le funzioni naturali di un corpo idrico. La minoranza voleva ottenere che per le centrali idroelettriche esistenti che superano i 3 MW di potenza installata si sospendessero almeno fino alla fine 2035 le norme della legge sulla protezione delle acque in caso di approvazione della concessione o del progetto per continuare l’esercizio e per ampliamenti o ristrutturazioni. Il Consiglio nazionale ha approvato con una maggioranza risicata questo considerevole passo indietro nella protezione delle acque.
Come parte del controprogetto indiretto all’Iniziativa paesaggio delle associazioni ambientaliste, il Consiglio degli Stati e la maggioranza della Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale vogliono limitare l’impermeabilizzazione del suolo al di fuori della zona edificabile. In linea di principio i Cantoni devono mantenere stabile l’impermeabilizzazione del suolo. Vengono tuttavia concesse significative deroghe per strade nazionali e cantonali, linee ferroviarie, agricoltura, impianti di produzione di energia e a volte per il turismo. Si tratta comunque di un cambio di paradigma: per la prima volta si riconosce che il suolo impermeabilizzato, ad es. l’asfalto, è irrimediabilmente perso e perturba il regime idrico. Christian Wasserfallen (PLR/BE) chiedeva di eliminare la limitazione per tutte le infrastrutture turistiche, ad es. anche le strade comunali e tutti gli impianti turistici, ma la sua mozione è stata respinta con 121 voti contrari e 66 a favore.
Nel 2013 il popolo svizzero ha approvato una legge sulla pianificazione del territorio che, in base al principio di causalità, finanzia l’ulteriore densificazione nelle aree edificabili con la compensazione del plusvalore. Se il terreno acquista valore in seguito ad azzonamenti, Cantoni e Comuni possono attingere a una parte di questo aumento di sostanza per finanziare opportune misure di pianificazione del territorio. Il Consiglio degli Stati e Nicolò[AP1] Paganini (Alleanza del Centro/SG) chiedevano di proibire ciò ai Comuni se un edificio all'interno della zona edificabile può ora ad esempio essere rialzato di diversi piani. Poiché i molti comuni delle agglomerazioni non sono quasi più disponibili terre coltive che possano essere azzonate, questa forma di compensazione del plusvalore è per molti Comuni l’unica possibilità di finanziare la pianificazione del territorio in base al principio di causalità invece che attraverso le imposte. La proposta di minoranza Paganini viene respinta con 148 contrari e 45 a favore.
La nuova legge permette la costruzione di ulteriori edifici in comprensori non edificabili, se sono previste misure di valorizzazione e di compensazione di cui beneficiano tra l’altro la biodiversità, lo sviluppo degli insediamenti e la protezione del terreno coltivo. Susanne Vincenz (PLR/SG) ha proposto di permettere a ogni Cantone linee direttive proprie per la riconversione abitativa di edifici prima utilizzati a scopo di sfruttamento agricolo. In tal modo la riconversione abitativa di maggenghi difficilmente accessibili in case vacanza, o di grandi porcili in loft, diventa più facile di tutte le altre possibilità di deroga per costruire nei comprensori non edificabili. Il Consiglio nazionale ha respinto nettamente la proposta con 147 voti contro 45.
L’intervento di Sidney Kamerzin (Alleanza del Centro/VS) esige l’abolizione del diritto di ricorso delle organizzazioni ambientaliste in caso di impianti di produzione di energia. Così il rispetto della legislazione ambientale nei relativi progetti non potrebbe più essere verificato. L’intervento è stato respinto a larga maggioranza con 100 voti contrari, 67 a favore e 8 astensioni.
I trasporti merci con autofurgoni sono di regola meno ecologici di quelli con autocarri. La Confederazione favorisce gli autofurgoni poiché essi non devono pagare la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni TTPCP. Hans Wicki (PLR/NW) chiedeva che siano assoggettati alla TTPCP anche gli autofurgoni che non effettuano trasporto merci a titolo professionale, come i servizi di consegna, di corriere e di corriere espresso, ma non le corse degli autofurgoni ad es. di macellerie o birrerie. Poiché gli autocarri sono migliorati in materia di protezione dell’aria e le corse degli autofurgoni aumentano a causa della crescita degli acquisti online, nel traffico di transito transalpino gli autofurgoni, che sono in numero minore, emettono più diossido di azoto di tutti gli autocarri messi insieme. Il Consiglio nazionale ha respinto la modifica con 103 voti contro 78.
Marionna Schlatter (Verdi/ZH) chiede che in futuro l’autorizzazione di esercizio dell’UFAC per voli in partenza dalla Svizzera stabilisca la frequenza con cui le compagnie aeree debbano sostituire i loro aerei con modelli a minor consumo di carburante. Le compagnie aeree svizzere hanno dichiarato di sostituite i propri aerei più spesso della concorrenza e perciò approfitterebbero di un simile provvedimento. Il Consiglio nazionale ha tuttavia respinto la mozione con 105 voti contrari e 84 a favore.
Franz Grüter (UDC/LU) propone che non si debba più pagare l’imposta sul valore aggiunto sull’imposta sugli oli minerali. Così il prezzo della benzina diminuirebbe a tempo indeterminato di circa 7 centesimi al litro. Su tutte le altre imposte sul consumo continuerebbe a essere applicata l’imposta sul valore aggiunto. Il pieno di benzina godrebbe di un trattamento fiscale preferenziale, diversamente da birra, tabacco, alcol o biglietti, che rimarrebbero soggetti a imposta. Il Consiglio nazionale ha approvato questa riduzione del prezzo della benzina con 105 voti a favore e 84 contrari (il Consiglio degli Stati l’ha tuttavia respinta).
All’inizio della pandemia il Consiglio federale ha deciso che i trasporti pubblici potessero ridurre solo leggermente l’offerta. Per la rete celere regionale, gli autopostali e gli autobus urbani la Confederazione ha compensato alle imprese di trasporti i costi aggiuntivi derivati dalla diminuzione della clientela. Il calo della domanda ha tuttavia interessato soprattutto i treni rapidi. Con 115 voti a favore e 64 contrari il Consiglio nazionale ha accolto la mozione in base alla quale le FFS possono contabilizzare come straordinari i debiti causati dalla pandemia (1,5 miliardi di franchi solo nel 2020), in modo che non si debba ridimensionare l’offerta di treni rapidi.
Il Consiglio federale e il Parlamento vogliono reagire all’aumento del traffico con nuove autostrade. il che causerà ancora più traffico. Le emissioni di CO2 del traffico stradale sono rimaste quasi ai livelli del 1990. Tutti gli aumenti di efficienza dei veicoli sono stati vanificati dalla crescita del traffico. Per la prima volta in Svizzera è prevista anche un’autostrada a 8 corsie. Il Consiglio nazionale ha aggiunto alla proposta del Consiglio federale un ulteriore progetto del valore di diversi miliardi. L’ampliamento della rete autostradale mette a rischio anche l’aumento della quota dei trasporti pubblici nel traffico viaggiatori, che il Parlamento stesso ha fissato come obiettivo. L’elenco dei progetti, deciso dal Consiglio nazionale con 106 voti a favore e 84 contrari, comprende interventi di ampliamento a Basilea, Berna, San Gallo, Sciaffusa e lungo il lago di Ginevra.